Io sono come Lillo. Lui è Posaman io sono Appuntamentoman. Nel senso che non lo so manco io come faccio a incastrare le cose ultimamente, botte di culo senza dubbio ma mi sento lo stesso supereroa. Corro tra lavoro, ospedale, cliniche e corsi e la sera mi sfascio di video culinari perché devo dare da mangiare il quasi niente a due persone e il niente a me medesima con due, a volte tre menu diversi ma almeno che siano gradevoli. Mi devo ingegnare assai, quindi seguo Casa Pappagallo e ricette a caso con un ingrediente o due che non avrei mai creduto quanta roba ghiottolina ci puoi fare. Ecco, questo lo considero al pari di un percorso di studi, come quello di inglese e quello di illustrazione, per dire. Dopo, quando mi appòso mi chiedo chi sono perché non rattesto e mancando ormai di mezza persona, tipo un bambino di un anno e mezzo, mi faccio i selphi per i medici e per me, per vedere quanto cazzo sono fica. Così supereroa naturalmente. Stasera ho rivisto il medico che mi infilzò il collo con otto iniezioni di cortisone due anni fa. Lui ha assunto il bambino che ho licenziato io. Tutto intero. E si vede da seduto e pure con la mascherina, tuttavia mi è restato simpatico perché è una persona gentile, dalle maniere delicate e mi ricordo ancora quando con una leggera pressione mi sbloccò qualcosa dalle parti della schiena e trafisse il mio dolore con appena la falange di un dito a caso. Poi ho visto il medico che mi sta salvando la vita e abbiamo preso delle decisioni. Quando le ho chiesto se posso camminare perché ne ho bisogno m’ha guardato strano, perché mi conosce da quando è nata e sa che io e lo sport faticoso siamo su due mondi diversi e distanti anni luce. Ma siamo tutti contenti evviva. Dopo ho raggiunto Melone e pure Melone era felice e gentile, evidentemente il litio gli fa davvero bene. Contavo di rientrare per le otto e invece abbiamo finito per le sei, perché io sono Appuntamentoman e ho culo, nonostante ne abbia perso un po’. Avevo pure ricevuto la notifica della consegna del mio pacco, il signor GLS ha letto il cartello che gli ho attaccato di fretta, ha tradotto le istruzioni disegnate: cancello, scale, freccia ed ha eseguito alla lettera: grazie corriere, da una donna trafelata. Quindi sono rientrata in anticipo, confusa e felice col mio pacco Shein che non vedevo l’ora di aprirlo e misurare tutto. Shein è un sito di stuff cinese e io non potevo non comprarmi le magliette coi gatti e col gatto con gli occhi di pesce, più altra roba frufrù e accessori per questi tanti capelli che ora c’ho. Shein ti mette la roba dentro delle bustine fichissime che pure se dovesse far schifo quello che hai comprato, sei felice per il packaging e perché la roba arriva prima del previsto. Nel mio caso cinque giorni. Shein è il futuro del mio look meno che per i jeans, quelli li compro su Wish che arrivano due estati dopo – forse – ma almeno loro non seguono la moda e io posso indossare la roba che mi piace invece di quella che ci va. Ad ogni modo, come ha detto la mia salvatrice, ho i Lee nel cassetto che mi aspettano da tipo 12 anni, ricuciti millemila volte, che hanno fatto la guerra, un sacco di stagioni, gli inverni di neve e un sacchissimo di foto a zonzo. Sono la mia ruota di Fantozzi, come i miei quadri di Amy Winehouse, come i miei libri, come le mie chitarre, come la mia cazzutaggine.
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