Durante i freddi inverni, mia madre allungava un plaid a quadretti davanti al camino della cucina e ci lasciava giocare lì.
Ricordo la luce chiara del dopopranzo entrare dal finestrone, un paio di occhiali bianchi da sole a specchio nel mucchio di giocattoli che tirava fuori dagli scatoloni per me e mio fratello e gli acquerelli.
Mamma mi creava dei piccoli pennellini con le setole della scopa; ne tagliava un ciuffetto, arrotolava uno dei due capi con un filo a caso ed eccolo pronto per essere immerso nell’acqua e nei colori.
È uno dei ricordi più cari che ho.
Mi ricordo di me davvero piccola con questi pennellini improvvisati e tanta carta da riempire di disegni senza senso. Posso non ricordare il momento esatto in cui ho fatto il mio primo disegno ma so che poi non ho più smesso.
Disegnare e dipingere è qualcosa che oggi non faccio più così spesso ma entrambe le cose mi sono state d’aiuto tante volte per calmare i miei stati d’ansia e per riconciliarmi col mondo perché disegnare e dipingere mi mette in pace, livella le energie negative, le annienta e fa spazio a quelle buone, quelle talmente forti da farmi sentire il cuore pieno di gioia.
Vorrei essere in grado di trasmettere davvero il benessere che ne deriva e non ci riesco ma so che quando dipingo – o disegno – si scatena un’inspiegabile magia. Io mi catapulto in un altro mondo che può essere quello che disegno oppure un posto senza tempo e senza spazio, ricco di buoni sentimenti.
I colori guariscono. E non importa il saper disegnare, ciò che conta è lasciarsi fluire insieme alla grafite o al pigmento.
Ho ripreso a disegnare perché da quando ho cambiato lavoro ne sento di più l’esigenza e sapevo che sarebbe successo. E ho cambiato lavoro soprattutto per questo, perché avevo iniziato a odiare ciò che in realtà amavo e volevo salvarlo, tenendolo al riparo dall’incomprensione e dall’ignoranza, custodendolo in qualche modo dentro di me fino a che non sarebbe arrivato il momento di ricominciare.
Amo molto il mio nuovo lavoro, così come amo il vecchio ma non riesco a far convivere quest’ultimo con la mia creatività. Tempo fa mi sono bloccata e lo sono ancora ma va bene così, perché la scelta che ho fatto mi ha permesso di riavvicinarmi ai colori, di creare “storie” non più per la folla ma per me. Ed è una cosa che amo davvero tanto.
Ho ritrovato la gioia di intingere il pennello nell’acqua, girarlo nei colori e poi di nuovo nell’acqua per diluire, dopo compiere l’atto di asciugare la punta, passarla su carta costosa e vedere che piano piano tutto diventa di nuovo magia.
Non saprei spiegare meglio di questo le cose che sento quando guardo tutti quei colori messi insieme, i tratti della china che restano fermi mentre tutto sopra sfuma ma credo sia come un fluido di amore che si intrama in ogni cellula del corpo, distende la mente e rilassa il cuore e le fibre.
Quando guardo quello che ho fatto mi sento padrona di un dono che nessuno può portarmi via.
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