Poco più di una spolverata di neve sugli alberi a casaccio. Alle otto sono comunque già fuori perché non esiste che nevichi e non esca a fare due foto, fosse anche col cellulare e brutte come la morte. È tradizione come i ravioli a carnevale o l’agnello e i cappelletti a Natale. E come da tradizione ho messo le Dr Marteens, non il cappotto nero ma il piumino bianco e nemmeno i Lee perché non ci entrò più ma è un dettaglio che ha solo bisogno di tempo.
Perché il tempo matura le cose, le modella come fa il vento con le dune del deserto; le diversifica, le muta pur non togliendogli il senso.
Le accumula.
Così può cambiare il paesaggio, i campi sostituire le case e i sentieri le strade, e io posso pure camminare meno spedita, arrancare a fatica o tornare indietro per il dolore ché mi manca il magnesio e il potassio ma col cavolo che non la fotografo questa cazzo di neve.
Come da tradizione.
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