Da quando ho smesso di fare grafica mi sembra di essermi tolta un peso. Perché i grafici c’hanno questa cosa che siccome sò creativi allora possono fa tutto, in ogni momento e in ogni condizione: perché tanto mica è un lavoro, dai che ti diverti, è un hobby mica stai in fabbrica. Così tante persone normali si sentono in diritto di chiedere qualunque cosa e molte volte di pretendere anche. Perché è risaputo che il grafico detiene il potere della magia, la bacchetta magica del porcosciop e dell’illustrator, e per antonomasia è lo schiavetto di quello che non sa ma vorrebbe o non sa ma pensa di sapere. Sposta un po’ più in là, fai un po’ più piccolo, vorrei un colore che non sia un colore morto, lo voglio vivo, no il rosso non va bene, il fucsia neppure, ecco mettici il nero o il grigio scuro, così è perfetto. Oh, io non sono grafico eh ma ti ho portato uno schizzo fatto a penna però non so disegnare eh, eccolo, sei tu l’esperto, lo voglio uguale a questo. Questo carattere non mi piace, troppo standard, come si chiama? Helvetica? No, no, io ne uso sempre uno in ufficio per scrivere i documenti ed è bellissimo, mettiamoci quello, si chiama Comic Sans. Oh, oh, mi è venuta un’idea bellissima! Ho un sacco di foto e ci voglio fare un album, mi fai un COLLAGE? Tu mi vorresti dire che quel testo scritto così si legge? Scusa e tu chi sei per dirmi che sicuramente si legge?
Ebbene, io sono Fracazzo da Velletri.
E fare grafica non è mai stato aprire pornosciop e schiaffarci dentro due cornici colorate e un po’ di testo a casaccio. Sarebbe un lavoro di fino e di cervello, di sentimenti e sensazioni anche, di gusto e studio e non è che faccia sempre poi così bene ragionare tutto il giorno, inventare tutto il giorno, tutti i giorni per 12 ore al giorno, 365 giorni l’anno, per tanti tanti anni, combattendo tra il giusto, che tu sai perché in qualche modo l’hai studiato, sperimentato e vissuto, e lo sbagliato che è fatto di quelli che non hanno mai creato un cazzo nella vita ma si svegliano la mattina con una grande idea e ti si siedono accanto, con sto foglio di carta scarabocchiato in modo incomprensibile e il pretesto di aiutarti. Ecco, tu mi vuoi aiutare? Tu che non distingui un colore RGB da uno in CMYK e pretendi che ti faccio una scritta al neon su un biglietto da visita da stamparti con la stampante di casa perché sennò ti costa troppo? Tu che mi ordini di togliere l’albero dal davanti del balcone perché così si vede bene la ringhiera che ci sta sotto? Ma davèro fai? Eh, il problema è che fai davvero e manco ti accorgi dei danni che fai, di come a poco a poco a noi maghi ci fai a pezzetti. Oppure lo sai e ci fai apposta, perché proprio ti rode il culo non capirle certe cose e ti rode non saperle fare e ti rode pure che la grande idea che hai pensato si è rivelata infine una bella cacata perché alla fine hai scoperto che dietro l’albero non ci sta la ringhiera che manca ma un buco bianco che ha risucchiato il ferro, la vernice e il tuo cervello tutto insieme. Tutto dentro quel vorticoso buco bianco creato magicamente con Photoshop e pensa, premendo appena due tasti, tanto che ci vò. Ecco, stasera scrivendo a Catia mi è venuto in mente questo.
C. Sono a corto di creatività.
L. Pure io.
C. Vedrai che è solo un momento.
L. No, no, graziaddio è per sempre!
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