I gatti e le ovaie non possono convivere sotto lo stesso tetto. Ho un gatto poco sveglio e un dolore infelice alla pancia.
Io ce lo so perché ce l’ho tutteddue. Per dire.
Ieri sera mi sono infilata nel letto con Milli al seguito: mettiti di qua che mi fai male va, ho detto.
In uno sporadico moto di intelligenza quella si è accoccolata sopra le coperte lungo la mia gamba sinistra e si è fatta fare due carezze, salvo poi decidere che si stava meglio sotto al mio collo, tra la mia faccia e l’ipad e lì si è infilata.
Tra me e Mr. Dahmer.
Gli ho indicato il vasto spazio a disposizione in fondo al letto, gli ho detto mettiti lì che ci capa un cane grosso, non vedo perché non ci debba entrare tu.
Si è seduta sul mio stomaco.
Fai piano che mi fai male, no, la massa non si può fare stasera, falla lì, ho detto.
Mi sono girata su un fianco, con le gambe ritirate per proteggere i miei corpi estranei decisa a non cacarmela più ma ha provato a infilarsi nel letto: fuori che tu magni i topi, ho detto perentoria.
Ma un posto all’animale bisogna trovarglielo in qualche modo e ho passato dei minuti a trovare una soluzione utile a tutte e due.
Tiè, mettiti qua; gli ho fatto spazio tra la gamba destra e la sinistra, perché a lei piace farmi dormire comoda, che quando mi alzo la schiena chiede pietà: non salire più su di lì.
Ho continuato a rigirarmi all’unisono con l’animale poi mi sono addormentata e ho sognato le cose che scrivo mischiate alle scene della serie TV.
Ne è uscito un horror tempestato di case e acqua di mare, ho sentito caldo, ho sentito freddo, mi sono scoperta e ricoperta proteggendo nel dormiveglia quel dolore del cazzo in cui il cazzo non c’entra un se sedesimo.
Non ho dormito male, ho dormito peggio.
Nel dormiveglia ho sentito l’animale correre per il corridoio, arrivare da Mimina e sferrargli qualche schiaffo di correzione poi tornare indietro e infilarsi in un antro dei miei sogni di merda.
Mi sono svegliata a quattro di spade alle sette e mezza circa, sollevata dal fatto che i dolori si erano un po’ affievoliti.
Ho chiuso gli occhi: cinque minuti ancora di sonno senza sogni e senza gatti per favore.
Ho sospirato e mi sono quasi riaddormentata ma un missile terra aria, partito a ore 10, ha eseguito un doppio salto carpiato ed è atterrato con tutto il peso sopra l’ovaia mia sinistra:
DDDIOMADONNA!
E mi sono ricordata di un certo Sant’Andrevellina che mio padre nominava spesso e volentieri.
I gatti e le ovaie non possono convivere sotto lo stesso tetto.
#nomorecats
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